sabato 10 dicembre 2011

Affluenza in netto calo al ristorante del Senato. Tutta colpa dei prezzi "normali"

Qualche mese fa, in piena crisi economica, la notizia che i senatori della Repubblica potevano usufruire dei servizi del “ristorante più economico d’Italia” aveva indignato e non poco gli italiani i quali hanno scoperto l’ennesimo privilegio della casta: abbondanti pranzi, spesso con al seguito deputati della Camera, giornalisti, amici e parenti a prezzi stracciati.
  Dalla fine di Agosto, la cuccagna è finita e i prezzi del ristorante di Palazzo Madama si sono d’incanto allineati a quelli dei normali ristoranti romani e, come svegliati da un incantesimo, i senatori si sono scoperti ‘normali cittadini’ a tavola.  Il risultato? I senatori sono diventati di colpo accorti ed hanno iniziato a studiare con attenzione i prezzi, scegliendo sempre più spesso i piatti “low-cost” prima disdegnati: un piatto di spaghetti al pomodoro, si sa, permette di restare in forma senza appesantirsi e soprattutto senza alleggerire il portafoglio!  La maggiorparte dei senatori, però, non pare proprio aver digerito il ritocco dei prezzi, tanto da disertare quello che un tempo era l’affollato ristorante del Senato, magari rivolgendosi a ristoratori compiacenti nei paraggi di Palazzo Madama.  La conseguenza di questo drastico calo di presenze ha indotto la Gemeaz Cusin, la società che da anni gestisce il ristorante del Senato, a chiedere all’amministrazione del Senato “una soluzione amichevole” al fine di rescindere il contratto entro la fine dell’anno.  D’altra parte i dati parlano chiaro: ai tempi della cuccagna i senatori per un pranzo pagavano soltanto il 13% del prezzo effettivo, anche per i pasti di tipo superiore o pregiato, mentre il restante 87% del costo ricadeva sull’Amministrazione.   “Ora – lamenta la Società – da quando i prezzi sono quelli di un comune ristorante del centro di Roma, si è verificata un’eccezionale diminuzione dell’attività con un’affluenza ridotta di oltre il 50%”.  La crisi pare sia davvero arrivata anche per i senatori della Repubblica…

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