lunedì 21 novembre 2011

E' la 'buronospora' la nuova malattia da cui difendersi

Produrre vino in Italia sta diventando sempre più oneroso. Colpa della 'mole' di regolamenti comunitari e decreti attuativi nazionali e regionali che duplicano e complicano le pratiche amministrative, causando un proliferare di controlli e di enti controllori i cui costi sono tutti a carico dei produttori. 'Così come un tempo eravamo preoccupati per malattie quali oidio, peronospora e grandine, spiega Adriano Orsi Presidente del Settore vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative, oggi i produttori e le cantine cooperative devono difendersi da un'altra 'malattia' tutta italiana, la 'buronospora', causata dal moltiplicarsi di leggi che appesantiscono ed ingabbiano il comparto, incrementando il già  alto costo di produzione del vino italiano.
In Francia si spende esattamente la metà , meno della metà  in Germania e fino ad un terzo delle nostre cifre in Spagna.

Fedagri ha presentato il caso reale della sua cantina che, per produrre e commercializzare 35.000 ettolitri di vino a denominazione è costretto a spendere, ogni anno, qualcosa come 257mila euro per la burocrazia (gestione del fascicolo aziendale, pratiche amministrative di campagna, pratiche di controllo, certificazioni, denuncia uve, tenuta dei registri...)
Per una cantina cooperativa di medie dimensioni con un fatturato di 10 milioni di euro l'annoil peso della 'buronospora' arriva a rappresentare quasi il 2,6% delle vendite, il che significa dover vendere fino a 105mila bottiglie solo per coprire tali costi.
'Sulla riduzione dei costi della burocrazia si gioca la competitività  e la sostenibilità  delle nostre imprese', commenta Antonello Ciambriello di Fedagri-Confcooperative, curatore di uno studio sul peso della burocrazia nel settore vitivinicolo che contiene 18 proposte di semplificazione normativa. Le numerose duplicazioni e richieste di inutili documentazioni riscontrate nello studio testimoniano come le cantine siano vessate da tutta una serie di costi che incidono in modo sostanziale sulle marginalità  oltre che sui prezzi di vendita.
Non solo. La scarsa trasparenza e il linguaggio complesso e troppo spesso astruso continuano a rappresentare un intralcio notevole per le aziende. Una complessità  a cui vanno aggiunti i ritardi nelle risposte e un'assistenza pressoché nulla da parte della PA. Elementi che spingono la quasi totalità  delle aziende agricole a rivolgersi a tecnici esperti per poter 'interpretare' il mondo della burocrazia.
Se nel nostro Paese è possibile acquistare vini di importazione a prezzi bassissimi, fino a 1,29 euro a bottiglia, il rischio che incombe su molte delle nostre migliori imprese è proprio quello di uscire dal mercato.

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