domenica 11 dicembre 2011

Il 'lusso quotidiano' di una bottiglia vino: molto meno cara di energy drink e chewingum

Il vino, anche in tempi di crisi, può essere considerato un 'piccolo lusso' quotidiano anche se di fatto è molto meno costoso di tanti altri sfizi che ci sembrano economici ma che, a conti fatti e in termini assoluti, non lo sono affatto. Un'indagine recente verte proprio sul valore percepito di alcuni prodotti che in molti casi risulta completamente distorto dalle strategie di marketing:
alcune merci sono infatti considerate nell'opinione comune molto care, in termini di valore assoluto, mentre in realtà  costano meno di tante altre considerate a buon mercato.  La ricerca ha evidenziato che anche se ben il 73% degli italiani afferma di amare il vino quando si tratta di mettere mano al portafoglio le cose cambiano.  Per una bottiglia di vino quotidiano, il 53,1% vorrebbe spendere tra i 2 e i 4 euro. Il 17,3% mette a budget tra i 4,5 e i 6 euro, ma solo il 2,6% sarebbe disponibile a spendere tra gli 8,5 e i 10 euro. Addirittura, solo l'1,4% andrebbe sopra i 15 euro.
Ma prendiamo proprio il caso di una bottiglia da 15-20 euro nello scaffale di un supermercato, giudicata cara dalla quasi totalità dei consumatori: un pacchetto di gomme da masticare, acquistato nello stesso supermercato, a poco più di un euro, sembra invece una spesa da niente. Ma quelle gomme da masticare costano la bellezza di 40 euro al chilo. Certo, il valore d'uso dei due prodotti è completamente diverso, e questo determina la diversa percezione del costo, più o meno caro, ma la differenza di valore assoluto è abissale. Eppure nessuno si fa scrupoli ad acquistare i chewingum, mentre tanti titubano davanti alla bottiglia di vino.
In molti sono incerti anche davanti ad una etichetta da 6-7 euro. Di contro, assistiamo al boom degli 'energy drink' (+15% nel 2009): una lattina da 225 ml, al supermercato, costa circa 1,50 euro. Il che vuol dire che al litro, per quella bevanda prodotta in maniera industriale in milioni di litri, si spendono 6-7 euro. Se si passa all'acquisto nei bar, luogo d'elezione per il consumo di questo prodotto, la stessa lattina la ritroviamo a 2,80-3 euro (oltre 12 euro al litro). Eppure, soprattutto i più giovani, la considerano meno costosa di un buon vino. Un buon bicchiere di vino contro il logorio della vita moderna, per rallentare i ritmi e recuperare un po' di calma? Se sembra costoso mescerne uno da una bottiglia da 10-11 euro, deve sembrare davvero più economico farsi un piatto di insalata di 'quarta gamma', pronta da condire e mangiare appena tirata fuori dalla busta (consumi cresciuti dell'11% nel 2009): quasi 2 euro per 120 grammi, ovvero 16 euro al chilo, contro l'1,70 euro della classica insalata da lavare, tagliare, preparare ecc.
Ma un buon bicchiere di vino può essere consumato non solo ai pasti, di tanto in tanto. Può essere anche uno sfizio 'estemporaneo', una sorta di piccola gratificazione che spezza la routine di una giornata. Proprio come la cioccolata, i cui consumi sono aumentati del 12% nel 2009. Certo, è più 'pratica' di un buon bicchiere, forse anche più golosa. E costa meno. O almeno dovrebbe: quel cioccolatino, buono ma industriale, che si acquista di solito a fine spesa, negli espositori strategicamente collocati davanti alla cassa, ha un prezzo piccolo piccolo. Però a ben vedere, può arrivare a costa anche 30 euro al chilo. E tocca anche a 50 euro al chilo se si compra al bar o in drogheria, magari per accompagnare un buon caffè. E a 50 euro alla bottiglia, di grandi vini ce ne sono davvero tanti. "C'è chi compra molte cose con poco, e chi le paga sette volte il loro valore", si leggeva già  nel libro del Siracide, del 180 a.C.  E quei tempi la gomma da masticare o gli energy drink non esistevano, e l'insalata si coltivava e raccoglieva nei campi...

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