domenica 11 dicembre 2011

Vino novello: giù “appeal” e produzione

Più che un evento enologico è una moda al tramonto. Il vino novello non sfugge al diktat dei fenomeni di costume e quindi, come tutte le tendenze, a un certo punto comincia a perdere fascino e fan. Meno ammiratori, in questo caso, significa meno vendite e meno bottiglie.
E infatti quest'anno la produzione nazionale del vino 'giovane' è calata del 20% rispetto al 2010, anche se la qualità continua a crescere.
Così lo scorso 6 novembre, data ufficiale di avvio delle vendite, hanno fatto il proprio ingresso sul mercato poco meno di 5 milioni di bottiglie, ben poca cosa rispetto al picco storico di 18 milioni raggiunto nel 2002. Ma si tratta di un calo che non avrà effetti sul pianeta vino tricolore e sui vitivinicoltori, visto che il novello vale lo 0,2% della produzione enologica nazionale.
Sono sostanzialmente due i motivi alla base di questo crollo: la tendenza generalmente a ribasso dei consumi di vino in Italia, complice la crisi, che coinvolge anche il novello e una caduta di "appeal" che ormai è sempre più evidente.
Partito come fenomeno di nicchia, il novello ha conquistato i palati dei consumatori italiani negli anni '90, quando insieme alle castagne è diventato simbolo dell'autunno. Ma si è trattato di un trend passeggero. Oggi il primo vino di stagione ha perso il suo fascino perché non rispecchia più i gusti dei consumatori, maggiormente orientati verso rossi corposi e più alcolici.
D'altra parte, in dieci anni guide, informazione giornalistica e televisiva, saloni del gusto, corsi da sommelier, turismo del vino, diversificazione del mercato hanno prodotto un pubblico molto più attento, consapevole, informato e curioso.

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