lunedì 21 novembre 2011

Ancora niente vino biologico!

La Commissione europea ha ritirato il progetto di normativa per il vino biologico. E' avvenuto a sorpresa al Comitato di regolamentazione per il biologico. I 27 Stati membri dell'Ue si erano riuniti a Bruxelles per esprimere un voto sul documento.
'Il progetto sul vino biologico è stato ritirato dalla Commissione perché non si è trovato un compromesso credibile che rispetti dei reali standard biologici rispetto a quelli in vigore per il vino convenzionale', ha commentato Roger White, portavoce del commissario Ue all'agricoltura Dacian Ciolos.
Infatti da un punto di vista normativo europeo il vino biologico non esiste: non è infatti possibile usare questa definizione perché non esiste una normativa sulla vinificazione biologica.
Attualmente l'unica definizione possibile è quella di 'vino ottenuto (o prodotto) da uve da agricoltura biologica'. Questa definizione risulta comunque imprecisa nei confronti del consumatore, perché evoca un vino in cui la materia prima di partenza (cioè l'uva) è un prodotto con certificazione biologica, mentre nulla viene detto sul processo di trasformazione.
A completare la confusione, infine, c'è da aggiungere che normalmente sul mercato questi vini vengono già  oggi indicati e riconosciuti semplicemente come 'vini biologici', come dimostrano articoli, guide e premi specifici per questo settore dell'enologia. Da ultimo, anche alcuni disciplinari degli enti di certificazione parlano esplicitamente di 'vino biologico', anche se questo non sarebbe teoricamente possibile.
A Bruxelles, il portavoce Roger White ha aggiunto che è preferibile attendere, eventualmente anche qualche anno, piuttosto che avere un compromesso che riduce il valore del termine biologico, per il quale ci vogliono regole veramente chiare e credibili.
Il commissario Ciolos già  in occasione del recente consiglio dei ministri dell'Agricoltura dell'Ue a Merida (Spagna) aveva sottolineato: 'Un vino biologico deve essere un vero vino biologico', e su questo principio non era pronto a fare compromessi.
Il progetto della Commissione europea prevedeva una presenza di solfiti nel vino pari a 100 milligrammi il litro per i vini rossi e 150 per i vini bianchi e rosé, ossia 50 milligrammi in meno per ogni categoria rispetto ai livelli attualmente in vigore per i vini convenzionali. Contro questi limiti, considerati troppo rigidi, sono insorti una maggioranza di Paesi Ue, essenzialmente del Nord Europa, con l'aggiunta di Francia e Portogallo. Si tratta di Stati membri i cui territori sono in tutto o in parte carenti di sole, e hanno bisogno dei solfiti (ossia dell'aggiunta di anidride solforosa che è un antiossidante) per stabilizzare il vino, oltre che dello zucchero per alzarne la gradazione alcolica. Il documento della Commissione era stato invece considerato una base accettabile dai Paesi del Sud dell'Europa, in quanto il vino biologico rappresenta una nicchia di produzione ancora tutta da sfruttare.
Adesso sul progetto si profila uno scontro tra i 27 Stati membri.

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